Impatti sull’industria siderurgica europea e italiana
Negli ultimi mesi, con la discesa attesa e in corso dei tassi d’interesse, il settore siderurgico si trova davanti a uno snodo critico. Per aziende come Sardelli1871, che operano in un comparto ad alta intensità capitalistica, comprendere questi scenari è importante. Di seguito un’analisi basata su dati europei e italiani aggiornati, con riferimenti a istituzioni, trend, opportunità e rischi.
Il contesto macro: Europa e tassi d’interesse
Secondo il rapporto Economic & Steel Market Outlook 2025-2026 di Eurofer, il consumo apparente d’acciaio in Europa è previsto in calo nel 2025 dello -0,2%, con una ripresa nel 2026 di circa +3,1%. (probabilmente eccessivamente ottimistico)
Il PIL europeo è previsto in crescita moderata: +1,0% nel 2025, in aumento verso +1,4–1,5% nel 2026.
Freno rilevante: costo dell’energia ancora elevato, che insieme ai tassi impatta redditività e investimenti.
Dati chiave sull’industria siderurgica europea
Produzione media annua: ~146 milioni di tonnellate di acciaio finito.
Circa 500 impianti attivi in 22 Paesi membri.
Occupazione diretta: ~300.000 lavoratori, con indotto molto più ampio.
Importazioni elevate: circa 25–28% del consumo apparente.
Il panorama italiano: produzione, sfide e opportunità
Dati recenti
L’Italia ha prodotto circa 21 milioni di tonnellate di acciaio grezzo nel 2023, confermandosi la seconda siderurgia d’Europa dopo la Germania (Cassa Depositi e Prestiti).
Quota prevalente da forni elettrici e riciclo (ruolo centrale del rottame); il ciclo integrale è concentrato a Taranto.
Gen–Lug 2025: produzione a 12,49 milioni di tonnellate, in calo di ~700 mila tonnellate sul 2024.
Sfide principali
Capitale e finanziamento: progetti di decarbonizzazione (DRI, forni elettrici) richiedono investimenti rilevanti.
Costi energetici: tra i più alti in Europa, pesano sulla competitività.
Disponibilità di rottame: domanda in crescita e offerta limitata sostengono i prezzi.
Opportunità
Impianti EAF e riciclo: vantaggio competitivo su sostenibilità ed emissioni.
Rating ESG migliore per accesso a credito a condizioni più favorevoli (strumenti utili: RatingESG.it) e per misurare/rafforzare la sostenibilità aziendale.
Fondi UE e nazionali (PNRR, Innovation Fund) per modernizzazione e transizione green.
Come i tassi in discesa possono agire da leva
Costo del capitale: prestiti e obbligazioni più economici per finanziare impianti e rinnovi.
Margini operativi: minori interessi passivi migliorano la liquidità.
Competitività internazionale: condizioni di funding migliori rendono più aggressivi sui mercati esteri.
Il punto
Con tassi in discesa, l’industria siderurgica europea e italiana ha una finestra di opportunità. Le previsioni (Eurofer, CDP) indicano consumi deboli fino al 2026, ma con margini di ripresa se costo del capitale ed energia si stabilizzano.
Per il settore siderurgico italiano le priorità sono chiare:
1) Investire nei progetti green (EAF, DRI, riciclo), sfruttando incentivi e credito agevolato.
2) Rafforzare il rating ESG per ottenere condizioni di finanziamento più vantaggiose.
3) Ottimizzare capitale circolante e debito, approfittando del ciclo di tassi in calo.
4) Monitorare politiche UE e nazionali per cogliere le opportunità dei fondi per la transizione industriale.
In sintesi, i tassi in discesa possono fungere da catalizzatore per una trasformazione che coniughi competitività e sostenibilità.